sabato 21 aprile 2012

Gli agrinido

Un agri-nido è una struttura di accoglienza simile all’asilo realizzati all’interno di aziende agricole.  Sono ambienti liberi che hanno il carattere speciale di far crescere i bambini al ritmo naturale delle stagioni e a stretto contatto con la terra e i suoi prodotti.
La vera differenza rispetto ad un normale nido sta nel tempo che si passa all’aria aperta svolgendo diverse attività quali coltivare le piante, socializzare con gli animali e imparare a conoscere i ritmi dei contadini. Tali iniziative offrono un ambiente formativo- educativo, dove sono enfatizzate la natura e la libertà del bambino e diffondono una cultura di attenzione alla qualità della vita e alla sostenibilità ambientale. All’interno di un agrinido i giocattoli si costruiscono come in passato con oggetti di riciclo, si mangiano i prodotti locali, preferibilmente se coltivati dai bambini, ma soprattutto si vive a contatto con gli animali imparando a conoscerli e a rispettarli.
I bambini fanno esperienza della coltivazione delle piante e dell`allevamento, svolgono teatro nella natura e giocano nell`agriludoteca, un posto magico dove la fantasia funge da protagonista  e si utilizzano semplicemente prodotti naturali.
Un’ulteriore componente che riguarda il metodo degli agrinido è l’attivazione dell’orto sensoriale didattico per insegnare il senso del tempo, della pazienza  e l’ascolto della natura.
L’agrinido offre un mondo basato sull’arte del fare e l’uso delle mani permette al bambino di manipolare e percepire ciò che quotidianamente lo circonda.
Tali strutture si stanno diffondendo su tutto il territorio specialmente in Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli. I primi progetti sono nati a causa dell’assenza di servizi di asilo nido pubblici. Attualmente si stanno riconoscendo le finalità sociali di tali strutture che permettono la formazione futura di un cittadino in grado di interagire con la società e di rispettare l’ambiente capace di offrirci la quotidiana sopravvivenza.


Fonte: agrinido.it

sabato 14 aprile 2012

Froebel e i Kindergarten

Froebel pedagogista romantico che visse tra il 1700 e il 1800, fu colui che creò a Keilhau il primo "Giardino generale tedesco dell'infanzia" vale a dire i Kindergarten.                   
Quest'ultimi sono gestiti da una maestra considerata giardiniera che coordina le attività.   
Il giardino d'infanzia veniva infatti suddiviso in due parti: una dedicata al lavoro di gruppo tra i bambini e uno per la coltivazione indivìduale del singolo.                                
Secondo la pedagogia di Froebel il bambino è paragonato ad una pianta da coltivare. Tramite quest' ultima corrispondenza, il pedagogista tedesco vuole farci comprendere come sia necessario che il soggetto debba crescere in piena libertà senza che l'educatore possa dirigerne o condizionarne la direzione dei rami.
Non si deve imporre nulla, ma si deve assecondare e lasciar fare.                  
L'educatore deve essere quindi concepito come un l'intermediario tra l'educando e la natura. La pedagogia di Froebel sottolinea come sia rilevante il primo approccio che il bambino instura con la natura e i conseguenti valori che si possono ricavare da questi insegnamenti per una crescita futura improntata sul rispetto per gli altri e per l'ambiente.
Tale pensiero pedagogico contiene caratteri innovativi, poichè segna una svolta per quanto riguarda la mentalità di prendere in considerazione il bambino e il suo rapporto con la natura all'interno del contesto culturale ottocentesco.

venerdì 6 aprile 2012

Le origini dell'orto

Le prime testimonianze della presenza degli orti risalgono al 10.000 a.C e precisamente durante il periodo del Neolitico, quando i cacciatori si improvvisarono coltivatori creando piccoli appezzamenti di terra accanto alle loro capanne. Quest'ultimi infatti coltivavano principalmente piante medicinali e alimentari in grado rispettivamente di curare eventuali ferite, aromatizzare e accompagnare tra di loro i cibi.
Le piante maggiormente coltivate da parte dell'uomo primitivo furono i legumi come i piselli,le fave e le lenticchie, alimenti che per generazioni sono stati mantenuti e quotidianamente vengono serviti assieme ad altri cibi.
Tra i fiumi Tigri e Eufrate, sono stati rinvenute le prime forme di orti, appartenenti alla civiltà sumera che nel 3000 a.C si è stanziata lungo i due fiumi precedentemente enunciati.
Oltre ai sumeri, sulle sponde del Nilo si sviluppò la civiltà egizia che riteneva l'orto un elemento essenziale per poter coltivare alberi da frutta e piante aromatiche.
Gli alimenti ricavati dagli orti venivano spesso offerti agli dei per onorarli e rivestivano quindi un carattere sacro.
Con l'avvento della civiltà persiana aumentarono la conoscenza delle colture fra cui agrumi, melograni, uva, fichi, palme e erbe officinali.
Per quanto riguarda la cultura latina, il poeta Publio Virgilio Marone compone un'opera intitolata 'Georgiche' suddiviso in  quattro libri dove il tema portante riguardava il lavoro dei campi, l'arboricultura e l'apicultura.
All'interno di questi libri il poeta ci  suggerisce alcuni metodi per la coltivazione di alcune piante specifiche e ci permette di catapultarci all'interno dell'epoca e immaginarci le tradizionali colture tipiche dei pastori delle campegne della Grecia.
Grazie a questo “viaggio nel passato” siamo in grado di comprendere come il valore dell'orto risalga all'antichità dove le prime civiltà basarono la loro sopravvivenza nella gestione e nella creazione degli orti.